Sono iniziati da alcuni giorni – in seguito ad una convenzione firmata dal Comune di Calci con l’Unione Montana Alta Val di Cecina e al finanziamento della Regione Toscana che ha stanziato 40mila euro – i cantieri per la realizzazione degli interventi di ripristino nei territori colpiti dalle fiamme nel settembre 2018. Subito dopo il trattamento del materiale vegetale combusto e alcune piccole opere di difesa attualmente in corso collegate ad azioni di ammendamento del terreno al fine di migliorarne la fertilità, gli operai dell’Unione Montana Val di Cecina e del Comune di Calci sono già al lavoro per mettere a dimora a specie arboree accompagnandole in contemporanea da semine di specie erbacee.


I cantieri interesseranno la zona di confine fra i comuni di Calci e Vicopisano a cavallo del crinale che dal Monte Lombardona attraversa il Monte Grande fino al Castello della Verruca proseguendo come spartiacque verso i bacini del vallino di Nicosia e quello di Crespignano.
Quest’area che interessa direttamente anche i bacini di Noce (Vicopisano) e del Botro di Santa Alessandria (Calci) è infatti indicata come strategica anche per gli interventi previsti nel Piano di Specifico di Prevenzione dei Monti Pisani.
“Al fine poi di arricchire il terreno con nuova sostanza organica, proteggerlo dalla forza battente della pioggia e migliorarne la struttura – scende nei dettagli l’assessore alle politiche agricole Giovanni Sandroni – verrà distribuito direttamente al suolo materiale vegetale arbustivo tagliato più o meno finemente, preferibilmente di piante leguminose quali le ginestre, raccolto in aree limitrofe non percorse dal fuoco. Ed ecco che nell’area si cercherà di guidare la creazione di una copertura continua per escludere o mitigare fenomeni di ruscellamento ed erosione contenendo il numero di piante arboree, riducendo la presenza di specie altamente infiammabili quali il pino marittimo ed il ginestrone in particolar modo e creando anche zone aperte a prateria”. Tra le specie erbacee ed arbustive ne sono state individuate alcune appartenenti alle seguenti famiglie vegetali: Fabaceae; Poaceae; Labiatae; Cistaceae. Su alcune piccole superfici dove la maggiore profondità del terreno e l’assenza di roccia affiorante rendono più probabile una maggiora fertilità o dove sono già presenti altre specie arboree pioniere germinate da seme o pollonanti da ceppaie sopravvissute all’incendio, verranno effettuati anche trapianti di specie arboree pioniere e di successione definitiva individuate tra i generi: Quercus; Acer; Alnus; Ostrya; Prunus; Populus; e Salix. Queste specie radicano piuttosto facilmente, crescono con rapidità, migliorano la qualità della lettiera e della struttura del terreno; l’ontano napoletano, inoltre, è in grado di migliorare notevolmente anche la qualità della composizione chimica del terreno esplorato dall’apparato radicale. Verranno anche inserite alcune specie arbustive individuate tra i generi: Crataegus; Corylus e Prunus che garantiscono un buon accrescimento, produzione di frutti graditi all’avifauna ed all’entomofauna e una ottima risposta attiva o passiva al passaggio di eventuali fronti di fiamma. Ogni albero che viene posato a terra viene anche georeferenziato: in questo modo sarà possibile verificarne successivamente l’attecchimento. 


A concludere è il sindaco Massimiliano Ghimenti: “La Regione Toscana è stata straordinaria nell’attenzione al nostro territorio e nelle operazioni per il superamento dell’emergenza dopo il terribile incendio di due anni fa.  Un ringraziamento particolare agli uffici regionali, all’Unione Montana Alta Val di Cecina, all’ufficio forestazione del Comune di Calci alle maestranze del nostro cantiere forestale che stanno realizzando fondamentali interventi, manutenendo opere realizzate e piantando alberi e sottobosco per favorire la tenuta del terreno nelle parti più critiche”


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